lunedì 21 dicembre 2009

L'Essenza Del Natale

Questo blog chiude per le feste di natale e capodanno. Non apprezzo il natale come festa religiosa ormai, ma cerco di seguirne l'esempio, di usarlo come un giorno di partenza nell'abbandonare l'egoismo, di sforzarmi di osservare chi mi è di fronte con rispetto e benevolenza, non è facile ma è possibile.
Vi auguro buone feste e un felice anno nuovo e dedico poi questa poesia di Ungaretti a Cristina, una povera anima smarrita.

Natale

graphic by AquaSixio

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Giuseppe Ungaretti

giovedì 17 dicembre 2009

Io Confesso



Ebbene sì, han ragione Cicchitto, Capezzone e Sallusti, con rispetto parlando. Inutile negare l’evidenza, non ci resta che confessare: i mandanti morali del nuovo caso Moro siamo noi di Annozero e del Fatto, in combutta con la Repubblica e le procure rosse. Come dice Pigi Battista sul Corriere, abbiamo creato “un clima avvelenato”, di “odio politico”, roba da “guerra civile”. Le turbe psichiche che da dieci anni affliggono l’attentatore non devono ingannare: erano dieci anni che il nostro uomo, da noi selezionato con la massima cura (da notare le iniziali M.T.), si fingeva pazzo per preparare il colpo. E la poderosa scorta del premier che si è prodigiosamente spalancata per favorire il lancio del souvenir (come già con il cavalletto in piazza Navona) non è che un plotone di attivisti delle Brigate Il Fatto, colonna milanese Annozero. Siamo stati noi. Abbiamo spacciato per cronaca giudiziaria il racconto dei processi Mills, Mondadori e Dell’Utri, nonché la lettura delle relative sentenze, mentre non era altro che “antiberlusconismo” per aprire la strada ai terroristi annidati nei centri di igiene mentale. Ecco perché non ci siamo dedicati anche noi ai processi di Cogne, Garlasco, Erba e Perugia: per “ridurre l’avversario a bersaglio da annichilire” (sempre Battista, chiedendo scusa alle signore).
Ci siamo pure travestiti da leader del centrodestra e abbiamo preso a delirare all’impazzata. Ricordate Berlusconi che dà dei “coglioni” alla metà degli italiani che non votano per lui, dei “matti antropologicamente diversi dal resto della razza umana” ai magistrati, dei “golpisti” agli ultimi tre presidenti della Repubblica, dei fomentatori di “guerra civile” ai giudici costituzionali e ai pm di Milano e Palermo, dei “criminosi” a Biagi, Santoro e Luttazzi, che minaccia Casini e Follini di “farvi attaccare dalle mie tv” perché “mi avete rotto il cazzo” e invoca “il regicidio” per rovesciare Prodi? Ero io che camminavo in ginocchio sotto mentite spoglie e tre chili di cerone. Poi, già che ero allenato, mi sono ridotto a Brunettaper dire che questa “sinistra di merda” deve “morire ammazzata”. Ricordate Bossi che annuncia “300 uomini armati dalle valli della Bergamasca”, minaccia di “oliare i kalashnikov” e “drizzare la schiena” a un pm poliomielitico, sventola “fucili e mitra”, organizza bande paramilitari di camicie verdi e ronde padane perché “siamo veloci di mano e di pallottole che da noi costano 300 lire”? Era Santoro che riusciva a stento a coprire il suo accento salernitano con quello varesotto imparato alla scuola di dizione.
Ricordate Ignazio La Russa che diceva “dovete morire” ai giudici europei anti-crocifisso? Era Scalfari opportunamente truccato in costume da Mefistofele. E Sgarbi che su Canale5 chiamava “assassini” i pm di Milano e Palermo e Caselli “mafioso” e “mandante morale dell’omicidio di don Pino Puglisi”? Era Furio Colombo con la parrucca della Carrà. E chi pedinava il giudice Mesiano dopo la sentenza Mondadori per immortalargli i calzini turchesi? Sandro Ruotolo, naturalmente, camuffato sotto le insegne di Canale5. Chi si è introdotto nel sistema informatico di Libero e poi del Giornale di Feltri e Sallusti per accusare falsamente Dino Boffo di essere gay, Veronica Lario di farsela con la guardia del corpo, Fini di essere un traditore al soldo dei comunisti? Quel diavolo diPeter Gomez. Chi ha seviziato Gianfranco Mascia, animatore dei comitati Boicotta il Biscione? Chi ha polverizzato la villa della vicedirettrice dell’Espresso Chiara Beria dopo una copertina sulla Boccassini? Chi ha spedito a Stefania Ariosto una testa di coniglio mozzata per Natale? Noi, sempre noi. Ora però ci hanno beccati e non ci resta che confessare. Se ci lasciano a piede libero, ci impegniamo a non dire mai più che Berlusconi è un corruttore amico di mafiosi. Lui è come Jessica Rabbit: non è cattivo, è che lo disegnano così.


di Marco Travaglio, pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 15 dicembre 2009

martedì 15 dicembre 2009

La vergognosa manipolazione su Facebook


Il principale gruppo su Facebook dedicato a Massimo Tartaglia ha superato i 50.000 fan. Oggi mi sono arrivati parecchi inviti che mi esortavano a diventare fan di Tartaglia. Ovviamente ho rifiutato. Non potrei mai diventare fan di quest'uomo. Se ancora qualcuno non l'avesse capito, condanno fermamente questo gesto di violenza. Come condanno chi è diventato fan. Nel frattempo, la procura di Roma ha avviato una indagine sui gruppi che inneggiano a Tartaglia. La decisione dell'iniziativa giudiziaria sarebbe dovuta in particolare ad alcuni messaggi ritenuti pericolosi, come "10, 100, 1000 Massimo Tartaglia" e "Berlusconi a morte". E Roberto Maroni, sta valutando di oscurare i siti Internet che incitano alla violenza.

Ma in verità c'è dell'altro. Alcuni gruppi, tra ieri e oggi, hanno cambiato il proprio nome, aggregando al suo interno gli utenti precedentemente iscritti. Ad alcuni è stata rubata l'identità degli amministratori, in altri invece questi ultimi hanno preso la palla al balzo, per guadagnare ulteriori soldi, da chiare truffe perpetrate via facebook. Un esempio: un gruppo che esprimeva solidarietà ai terremotati dell'Abruzzo è stato modificato per manifestare sostegno a Berlusconi. E tra l'altro non sono arrivate nè notifiche nè avvisi alle persone. In poche parole, sono migliaia i navigatori che si sono trovati iscritti al gruppo senza saperlo! Questo era solo un esempio, ma tanti gruppi hanno fatto lo stesso sporco gioco.

A mio parere è una cosa gravissima. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria manipolazione dell'individuo. Manco fossimo in dittatura (se non lo siamo già). Ognuno deve essere libero di scegliere cosa parlare, scrivere, in che modo manifestare il proprio pensiero e a quali gruppi iscriversi senza essere costretto da nessuno. E' assolutamente da condannare la slealtà di certe persone che cercano di manipolare in maniera vigliacca il consenso della gente e l'informazione. Tutto ciò è vergognoso!


Fonte: Informare è un dovere

mercoledì 9 dicembre 2009

Attimi Eterni

Camminavo sul lungomare della mia piccola città, smarrito fra il mare ed il volo dei gabbiani. Ad un tratto la sua immagine si staglia nel mio cuore.
E' stato solo un momento, ma il mondo si è fermato.

Graphic by Giuseppe De Luca, Colors by Ketty Formaggio

Attimo D'Eterno

all'improvviso
nella quotidianità più spietata
dove inutilmente si rincorrono falsi dei
il tuo ricordo mi colpisce al cuore
sa di fragole e nostalgie
di baci mai nati e canzoni dimenticate
all'improvviso
gli occhi miei
nel ricordo sconfinato dei tuoi
vinti, si bagnano

ed io

smetto di far finta di volare

dark0

Voglio ringraziare Giuseppe De Luca e Ketty Formaggio per la splendida immagine che mi hanno donato.
Amici miei, siete sempre al di sopra degli standard.

venerdì 4 dicembre 2009

Editoria Da Mille E Una Truffa

Facebook come voi ben sapete è un ottimo social network, oltre al solito cazzeggio, da la possibilità di poter creare o aggregarsi a dei bellissimi gruppi. Recentemente mi sono unito a questo: Il gruppo contro l'editoria a pagamento. Questo gruppo si prefigge di combattere informando una grave piaga che assilla l'editoria italiana, editori truffaldini che ingannando giovani autori si arricchiscono alle loro spalle. posto qui il loro manifesto e vi prego di leggerlo, e se volete di aderire anche voi in questa buona battaglia di libera informazione.

Vostro dark0

Un gruppo con cui vorrei unire gli autori esordienti e non, operatori del settore, lettori e simpatizzanti, che condividano la totale opposizione al principio del pagare per essere pubblicati, sottoforma di oneri di varia natura, fra cui i più frequenti sono l'obbligo di acquisto e il cosiddetto "contributo alla stampa", sulla base dei segg. punti:

1) l'editore è un professionista serio e la sua politica di scelta delle opere deve essere autonoma dai contributi dell'autore (e in Italia questo è per fortuna il caso della maggioranza degli editori, beninteso)
2) l'editore non è un tipografo: se voglio 100 copie della mia opera me ne vado in tipografia e faccio prima e meglio
3) il valore dell'autore pubblicato in questo modo è dubbio; tutti possiamo pubblicare pagando e ciò non dimostra a noi e agli altri il valore dell'opera in alcun modo
4) è vero che l'editoria (come tutti i settori del resto) è in crisi, ma perché il carico economico della crisi deve trasferirsi sugli autori, che sono in una crisi ben peggiore?
5) meglio una vita da esordiente che un evento di presentazione da pagante
6) se sei bravo, prima o poi qualcuno se ne accorgerà; se non accade, pazienza.
7) ci sono editori (pochi per fortuna!), ben noti a tutti gli autori con un minimo di esperienza, che "campano" di questo e non certo di vendita in libreria.
8) un autore che pubblica con detti editori del punto 7 si "sporca il curriculum", perché rischia di non essere più preso seriamente in considerazione da quelli che invece non chiedono alcun contributo.

Questo manifesto in otto punti non è un atto di accusa, ma la manifestazione chiara e coerente di un punto di vista. Rispettiamo chi fa quella scelta, ma non la condividiamo, e non accetteremo mai di farla.

giovedì 3 dicembre 2009

La Notte

La notte è per me come se il silenzio prendesse forma. Soltanto il ronzio del mio PC mi accompagna in questo oscuro viaggio, lui sembra una complicata caffettiera, ma non da caffè.
Ma la notte a me da, da dei doni stupendi.
Questa poesia è uno di questi splendidi regali.

I Poeti Lavorano Di Notte

Photo by MadamMauMau

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.

I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.

Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Alda Merini