venerdì 4 dicembre 2009

Editoria Da Mille E Una Truffa

Facebook come voi ben sapete è un ottimo social network, oltre al solito cazzeggio, da la possibilità di poter creare o aggregarsi a dei bellissimi gruppi. Recentemente mi sono unito a questo: Il gruppo contro l'editoria a pagamento. Questo gruppo si prefigge di combattere informando una grave piaga che assilla l'editoria italiana, editori truffaldini che ingannando giovani autori si arricchiscono alle loro spalle. posto qui il loro manifesto e vi prego di leggerlo, e se volete di aderire anche voi in questa buona battaglia di libera informazione.

Vostro dark0

Un gruppo con cui vorrei unire gli autori esordienti e non, operatori del settore, lettori e simpatizzanti, che condividano la totale opposizione al principio del pagare per essere pubblicati, sottoforma di oneri di varia natura, fra cui i più frequenti sono l'obbligo di acquisto e il cosiddetto "contributo alla stampa", sulla base dei segg. punti:

1) l'editore è un professionista serio e la sua politica di scelta delle opere deve essere autonoma dai contributi dell'autore (e in Italia questo è per fortuna il caso della maggioranza degli editori, beninteso)
2) l'editore non è un tipografo: se voglio 100 copie della mia opera me ne vado in tipografia e faccio prima e meglio
3) il valore dell'autore pubblicato in questo modo è dubbio; tutti possiamo pubblicare pagando e ciò non dimostra a noi e agli altri il valore dell'opera in alcun modo
4) è vero che l'editoria (come tutti i settori del resto) è in crisi, ma perché il carico economico della crisi deve trasferirsi sugli autori, che sono in una crisi ben peggiore?
5) meglio una vita da esordiente che un evento di presentazione da pagante
6) se sei bravo, prima o poi qualcuno se ne accorgerà; se non accade, pazienza.
7) ci sono editori (pochi per fortuna!), ben noti a tutti gli autori con un minimo di esperienza, che "campano" di questo e non certo di vendita in libreria.
8) un autore che pubblica con detti editori del punto 7 si "sporca il curriculum", perché rischia di non essere più preso seriamente in considerazione da quelli che invece non chiedono alcun contributo.

Questo manifesto in otto punti non è un atto di accusa, ma la manifestazione chiara e coerente di un punto di vista. Rispettiamo chi fa quella scelta, ma non la condividiamo, e non accetteremo mai di farla.

1 commento: