Il Suonatore Jones
In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.
Libertà l'ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.
Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.
E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.
Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.
Fabrizio De Andrè
Semplicemente.... P O E S I A
RispondiEliminaohhhhhhh… e nemmeno un rimpianto. ;)
RispondiElimina@petrolia:
RispondiEliminaquelli sempre
ci facciamo coraggio cantandolo, ma a volte è proprio difficile non averne! :/
RispondiElimina@petrolia:
RispondiEliminadiciamo che ormai sono compagni di viaggio
Poesia in musica:semplicemente il massimo!
RispondiEliminaFantastica.... come del resto tutto l'album e come "Antologia di Spoon River", una delle letture in versi che più mi abbia appassionata!!!
RispondiEliminaChi vive dell'arte come ideale e non per forza facendone un "mestiere" o lottando e affannandosi per raggiungere uno "scopo", muore senza rimpianti, perché è riuscito a vivere della propria passione comunicando il proprio pensiero e le prorpie emozioni, sentendosi libero. Era questo il messaggio che Edgar Lee Masters voleva veicolare con l'epitaffio del suonatore Jones, l'unico che si distacca dalle vite narrate dagli epitaffi delle altre tombe, che racchiudono vite fatte di consuetudine, meschinità e ipocrisia, e lo stesso messaggio viene ripreso da De Andrè, che proprio con Jones si identifica.
Grande.
@Ilaria Ferramosca:
RispondiEliminagrazie Ila, la tua visione su masters e de andrè è molto suggestiva. :)
Grazie a te, ma ad onor del vero non è la "mia" visione... è quello che emerge da svariate note critiche (molto più eminenti delle mie) all'opera di Masters e a quella di De Andrè. Non sono riflessioni personali, le ho semplicemente fatte mie conoscendo sia l'una che l'altra opera.
RispondiElimina^ __ ^
@Ilaria Ferramosca:
RispondiEliminasei sempre troppo modesta tu :)
Una delle canzoni di Faber che più amo, profondamente. Inside. Dice bene Ilaria, proprio bene. Ammetto che talvolta anch'io vorrei essere Il Suonatore Jones. Ma con quella vita già scritta, e con questa canzone che mi consegni alla storia di chi mi viene a cercare. Ancora una volta dico: Fabrizio, quanto ci manchi...
RispondiEliminaBella, emozionante, come molte delle Sue canzoni ;)
RispondiEliminaun sorriso per te
Marie
Semplicemente splendida nella sua poetica verità di sensazioni profonde di un cantante-poeta ke noi tutti... persone sensibili sentiamo fortemente la sua assenza..ma almeno la sua musica può ancor colorare di luce e di emozione anke le nostre + monotone giornate di vita quotidiana...:)!un caro saluto e un grande abbraccio amico mio.a presto, Jade.passa a trovarmi appena puoi e se ti và sul mio blog, le tue visite per me son fortemente gradite...dico sul serio..ti auguro una bellissima giornata di sole...:)!
RispondiElimina@Marie:
RispondiElimina:)
@jade:
non manchero. :D